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MARCHE - GRADARA (Meteo)

 

Sorge sul crinale di un colle, ben visibile con la sua robusta cinta di mura e bastioni e con l'imponente mole della celebre rocca. Dotato di una prima torre medievale di difesa (il 'Mastio') nel 1150 il castello di Gradara (Castrum Cretarie) fu reso indipendente dall'amministrazione pesarese ad opera di Piero e Rodolfo De Grifo. Successivamente i Malatesta, dopo aver acquistato il castello dai De Grifo, trasformarono la torre in rocca con tanto di primo girone di mura; successivamente aggiunsero anche i settecento metri del secondo girone con le diciassette torri merlate e i tre ponti levatoi che resero imprendibile il fortilizio.

Cessata la dominazione malatestiana, il castello passò agli Sforza che vi lasciarono il loro segno, aggiungendo il bel loggiato interno, lo scalone e gli affreschi che ornano ancora oggi alcune stanze, comprese quelle dell'appartamento dove visse per tre anni Lucrezia Borgia dopo il matrimonio con Giovanni Sforza (1493). Dopo il periodo sforzesco, il castello passò ai Della Rovere fino alla devoluzione del aducato di Urbino della Chiesa (1631). Solo dopo quasi tre secoli di abbandono e incuria fu l'ingegner Umberto Zanvettori che nel 1920 destinò tutte le sue sostanze al recupero del fortilizio: ciò che avvenne gradualmente, anche ad opera suai consorte Alberta Porta Natale fino a quando (1983) passò in proprietà dello Stato Italiano. Oggi Gradara, oltre la monumentale Rocca, offre al visitatore anche la sua duplice cinta di mura e torrioni con le merlature e i camminamenti di gronda ricostruiti.

Fra le mura, l'abitato conserva le sue antiche case e la chiesa di S.Giovanni Battista dove è custodito un pregevole Crocefisso ligneo del XV° secolo, mentre nella chiesa del SS. Sacramento è visibile una pala d'altare ("Ultima cena") di Antonio Cimatori (1595). Presso la Rocca è stata invece trasferita la preziosa pala ("Madonna in trono con il Bambino e Santi") dipinta da Giovanni Santi nel 1484 per l'antica pieve di Santa Sofia. Vuole un'antica tradizione che fra le mura della rocca di Gradara abbia avuto luogo il feroce assassinio di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta ad opera del tradito Giovanni (Gianciotto) Malatesta detto 'Lo Sciancato'. Antica storia di sangue resa immortale dai celebri versi di Dante Alighieri.

 

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